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Conservazione in situ

La conservazione in situ viene realizzata negli ambienti naturali mediante interventi sugli habitat (es. istituzione di aree protette, idonee misure di gestione, ripristini, rinaturalizzazioni) e/o più direttamente sulle specie mediante rafforzamenti, re-introduzioni, introduzioni conservative.

Il progetto SiMaSeed ha previsto diverse azioni concrete di conservazione in situ di specie target della flora sicula e maltese, realizzando interventi di rafforzamento di popolazioni già esistenti, di contenimento di specie alloctone invasive e di riqualificazione ambientale in siti della Rete Natura 2000.

Gli interventi realizzati hanno richiesto dei monitoraggi ex ante per valutare stato e consistenza delle popolazioni oggetto delle azioni di rafforzamento, nonché per l’identificazione dei siti ecologicamente idonei alla traslocazione dei nuovi individui.

Le piante per le traslocazioni sono state prodotte ex situ e coltivate in pieno campo (vivaio). Durante la coltivazione ex situ e prima degli interventi di traslocazione in situ, sono state adottate le norme relative alla profilassi contro patogeni e altre malattie infettive, e sono state acquisite le relative certificazioni fitosanitarie (UO S4.04 – Osservatorio per le malattie delle piante di Acireale, Dipartimento dell’Agricoltura, Regione Siciliana).

Nei siti di intervento, le piante sono state messe a dimora in gruppi e sono state etichettate singolarmente per facilitarne l’individuazione nei i successivi monitoraggi, eseguiti in base ad un protocollo standardizzato, a partire da un mese dall’impianto, per rilevare la sopravvivenza/mortalità, stato di crescita e stadio fenologico.

Tutte le informazioni relative agli interventi di traslocazione sono state inserite in un database, con particolare attenzione a data dell’intervento, sito di traslocazione, origine del materiale (es. materiale coltivato ex situ, proveniente da una o più popolazioni), tipo di materiale (adulti, sub-adulti, plantule, semi), numero di individui fondatori (divisi per classi d’età), metodo di propagazione (semi, propagazione vegetativa), periodo di acclimatazione, habitat di traslocazione (IUCN), metodo di messa a dimora, tasso di sopravvivenza, percentuale di individui fioriti, fruttificanti e nati da seme dopo 3, 6 mesi, dopo 1, 2, 3 anni, presunte ragioni del successo o del fallimento della traslocazione, problemi specifici affrontati.

La Banca del germoplasma dell’Università di Catania (BGS – CT, Capo Fila), dell’Università di Malta (Partner 2) e il Centro di conservazione del germoplasma vegetale di Marianelli (DRSRT – Partner 3) sono intervenuti in diverse aree protette e siti della Rete Natura 2000, quali: R.N.O. Oasi Faunistica di Vendicari (ITA090002), R.N.O. Cavagrande del Cassibile (ITA090007), R.N.O. Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande (ITA090009), R.N.O. di Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale (ITA050004), ZSC Dorsale Curcuraci, Antennamare (ITA 030011), ZSC Rdumijiet ta’ Malta: Mix-Xaqqa sal-Ponta ta’ Bengħisa (N2K MT0000024 – Għar Ħasan, Wied Babu, Wied Żnuber), ZSC Wied il-Miżieb (N2K MT0000012 – Ta’ Pennellu), mettendo a dimora circa 6000 piante di 46 specie target.